Informal Learning and the Role of Emerging Social Technologies

di fiordiferro - 20 March 2007
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From Teemu Arina in Bolzanoconversation07

Abstract
When I talk about informal learning, I mean learning that is not directed or controlled by any formal institution or central body other than the individual alone. This resembles learner-centered learning, but more specifically, there is no one there to say what to do. It is solely driven by individual activity involving the pursuit of understanding without externally imposed curriculum. In that sense, there cannot be anything like informal training in the context of informal learning, because it embodies the assumption of the precense of an instructor. It may be argued that informal learning is not even related to education, which derives from the Latin verb educere meaning “to lead forth”, characterized by the presence of a more knowledgeable teacher leading the learners. The paradox of informal learning is: the moment you start to define or try to support it, you will start to formalize it, accidentally turning it into formal learning. This same logic is apparent when we recognize that social technologies are more suitable as learners tools rather than teachers tools.

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X-pensiero

di enrico - 17 March 2007
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Luisanna Fiorini nel suo intervento a Bolzano Conversation 2007 pone la domanda: quando parliamo dello studente, in realtà di quale studente parliamo? Chi sono i nostri ragazzi e come costruiscono la loro conoscenza, la loro rappresentazione del mondo?
Nativi digitali, così come li ha chiamati Antonio Calvani nel suo intervento del mattino, i ragazzi della Google generation sono multitasking, hanno un altro modo di costruire la conoscenza, perchè costantemente in interconnessione sociale e di rete non soltanto con il web classico ma anche con tutti gli di comunicazione a loro disposizione, dal telefono cellulare al BlackBerry all’iTune.
Luisanna nota che l’esternalizzazione continua del pensiero interno dovuta all’interazione costante con lo schermo ha modificato profondamente il modo di costruzione del significato. Abbiamo un nuovo modo di costruzione del messaggio verbale. Un tempo il pensiero su carta doveva essere già prima completamente elaborato nella nostra mente, oggi anche con un semplice word processor possiamo riscrivere, rielaborare mentre scriviamo; il pensiero si forma dentro e contemporaneamente fuori di noi.

Rose Marra, David Jonassen, Luisanna Fiorini a Bolzano Conversation 2007
Bolzano Conversation 2007 - Rose Marra, David Jonassen, Luisanna Fiorini - Foto: Enrico Hell

I luoghi dell’apprendimento si sono spostati ai canali informali che sono molteplici e questi luoghi sono tutti accessibili dalla rete. Laddove precedentemente il senso si costruiva in profondità, con fatica individuale, oggi si costruisce in orizzontale, in interazione e con l’accelerazione (il sistema passante, di Alessandro Baricco, ne I BARBARI, 2006).

I luoghi piu’ frequentati di rete sono SecondLife, MySpace, YouTube, Flickr, perchè sono motore di costruzione collettiva-connettiva della realtà; non è un orientamento dall’utente alla macchina ma dalla macchina all’uomo. Non sono più soltanto i media ad editare l’utente ma ora è l’utente che edita i media, come diceva Marshall McLuhan.

Tutto questo è web 2.0 , un flusso di informazione continuo in cui si muovono anche i nostri ragazzi.

La parola X-pensiero è mutuata dal linguaggio XML, e l’Xpensiero è il pensiero delle etichette. Oltre essere un linguaggio XML è anche un modo diverso di stutturare l’informazione.

Ed è chiaro che bisogna organizzare questo flusso ininterroto di immagini contenuti e pensieri cercando di fornire anche le possibilità giuste di archiviazione e di recupero di questi dati e di queste informazione. Non esiste un motore di ricerca semantico per eccellenza. Il Web semantico è una responsabilità sociale, sottolinea Luisanna:dobbiamo noi creare documenti e i materiali significanti che se immessi in rete in modo corretto possano essere interpretati nella maniera significante e dinamica, non soltanto statica. Archiviare i dati dunque non è una operazione additiva è invece una operazione di tipo semantico. Abituiamo dunque i nostri studenti a gestire la complessità in cui sono inseriti, esorta Luisanna, abituiamoli a capire qual è la pertinenza, a riflettere e a metariflettere sia sui percorsi proposti che su quello che vivono nella rete.
“Ho chiamato questi momenti ancore di significato, conclude Luisanna Fiorini, perchè la metafora della rete come fluire ininterrotto dell’informazione ha bisogno di momenti in cui ci si sofferma e si capisce che in questo percorso questa è la significatività, il momento della conoscenza. Posso condividerla con altri ma soprattutto sono io che devo riflettere per costruire il mio senso”.

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Duetto in codice

di enrico - 7 March 2007
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C’e’ un seguito alla chat sul nostro blogroll del 5 marzo. si tratta di una conversazione a due sempre in tema di rss e blogroll
Buona lettura..

La chat del 7 marzo 2007.

Presenti:
Maria
Enrico

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***Scarica la chat in formato odt***

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Un’altra chat e…

di nicomarti - 28 February 2007
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Un’altra chat a Scuola3d, quasi una come tante…e invece no, è iniziato qualcosa di diverso. Il web2.0, come propone Luis, ma cos’è? Sto cercando di capirlo con le “regole del gioco” e ogni volta che mi incontro virtualmente con i colleghi lontani, tutto sembra sempre più chiaro. Grazie al loro aiuto, riesco a capire a cosa servono questi strani “cosi” che si chiamano rss, finalmente comincio ad entrare nel discorso, anche se ancora vari aspetti rimangono a me oscuri…

Quello che invece mi pare sembra più evidente, sta nella considerazione che stiamo usando le macchine virtuali come fossero dei connettori cerebrali e le esperienze degli altri, divengono le mie, le nostre, in una comunione di apprendimenti incredibile e mai sognata prima. Mi tornano in mente i discorsi di Derrick…ma tutto va oltre le aspettative e i nostri ragazzi che abbiamo cresciuto col cellulare, il telecomando ed internet sono e saranno diversi dalla nostra e dalle generazioni passate. Un “diverso” che però preoccupa molto…

Ieri sera in tv parlavano appunto di loro: dei giovani di oggi, il cui cervello lavora  ormai in “multikasking”: tante attività insieme con la conseguenza che la concentrazione su di una sola attività viene meno e la memoria diviene “superficiale”, nulla rimane nelle loro menti. Per approfondire l’argomento cito questi articoli: Tecnologia e multitasking: ecco le nuove generazioni o Giovani d’oggi: sono “multitasking” ma apprendono poco  o anche I media cambiano il cervello dei bambini e The Multitasking Generation. Unica soluzione possibile, tornare al passato e distruggere i computers? Ma veramente le conseguenze della multimedialità sono così catastrofiche?

Rimango sconcertata per come giudicano male le possibilità dei nostri ragazzi ed anche per la soluzione paventata. Sono convinta che essi sapranno fare molto meglio di noi in un mondo tutto diverso. E sarei molto curiosa di sapere come la pensate voi, che insieme a me, vivete giorno dopo giorno, proprio con i bambini e i giovani di domani; con me sperimentate ogni volta a Scuola3d un nuovo modo di insegnare, un nuovo modo di vivere la scuola e la realtà virutale, dove niente più è passivo e subito, ma tutto è pensato e costruito insieme.

Cordialmente

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