Archivio di November 2005

Report chat dell’inaugurazione Centro Giulio Camillo

di fiordiferro - 15 November 2005
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Ieri sera, 14 novembre 2005, tanti presenti all’inaugurazione del Centro risorse e documentazione Giulio Camillo, il teatro dell’intelligenza. Abbiamo visitato le stanze e commentato le funzioni dei luoghi che accoglieranno la documentazione, le fonti e gli strumenti utilizzati nel progetto Mille modi per un mondo:3d per costruire conoscenza.
Per chi non avesse avuto la possibilità di partecipare inserisco qui il report della chat e alcune schermate.

**Scarica da qui la chat**

Alep vicino all'ostrica gigante

L’ostrica dell’aula 1 progetti, ispirata all’acqua

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Disegnando Leonardo

di Ale - 15 November 2005
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Stiamo procedendo sul nostro percorso, che ci farà conoscere un po’ la figura di Leonardo da Vinci. Dopo aver ragionato su cosa vuol dire inventare, e sul significato che si può attribuire alla parola “genio” ecco che i bambini della II A della scuola Gandhi di Roma prendono confidenza con la persona Leonardo, il suo aspetto, e il suo essere pittore riproducendone l’autoritratto, e il dipinto “La Gioconda”.

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The Memory Theatre of Giulio Camillo

di fiordiferro - 15 November 2005
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Da: maguirecpc@nyc.rr.com
Inviato il: 14/11/2005 05:55
A: “fiorluis@tin.it”
Oggetto: Re: permission
Dear Luisanna,
You have my permission to use my text,
The Memory Theatre of Giulio Camillo.
Thank you for your interest.
I wish you all the best with your project.
regards,
Matthew Maguire

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The Memory Theatre of Giulio Camillo

By Matthew Maguire

Preface

Giulio Camillo was one of the most famous men of the 16th century. With a commission of 1200 ducats from the King of France, Francois I, he created a theatre that contained divine powers: whoever entered the theatre would emerge with a complete memory of all the knowledge that had ever existed.
According to Erasmus “the architecture is of wood, marked with many images and full of little boxes… he calls this theatre of his by many names saying that it is a built or constructed mind and soul.” In June 1526 Francois inaugurated the League of Cognac with Venice, Milan, Genoa, Florence, and the Papacy. Its declared purpose was to liberate Italy from the Emperor. So Camillo was practicing his art of memory during a time of war.
I have long been interested in the creation of architectural models of mental states, so I was immediately drawn to Camillo when I first read his story in Frances Yates’ book The Art of Memory. A meditation upon memory is necessary for the present moment: a time in which America is slipping again into moral amnesia and the accompanying degradation of language is like an epidemic of aphasia. “I feel very strongly about not reawakening the memories of the past.” Ronald Reagan, The New York Times March 21, 1985. Americans cherish “freedom” yet tolerate their government’s “constructive engagement” with South Africa whose policy of apartheid can easily be compared to those of Hitler’s and Stalin’s. In the past year nearly one thousand blacks have died in South Africa and in August Reagan called the Botha government “reformist.” Americans believe in due process of law yet tolerate the illegal interventions of the U.S. in Nicaragua. The contras, many of whom are ex-members of deposed dictator Somoza’s National Guard, are called “Freedom Fighters” and likened to our own founding fathers by Reagan. Why have we forgotten what we learned in the last two decades? Why have we forgotten the meaning of our common language? “The struggle of men against power is the struggle of memory against forgetting.” Milan Kundera, The Book of Laughter and Forgetting The Memory Theatre of Giulio Camillo asks the question: How is the motion of the memory connected with the motion of history? How is the personal political? It is the story of a man with perfect memory who is haunted by the memory of a murder he may have committed. As he searches his memory he is confronted by events that he denies. Amnesia begins to set in as his denials grow until the mind of a man who could focus his entire memory in a single moment is in danger of shattering. History…is a nightmare from which I am trying to awake. –James Joyce, Ulysses The Memory Theatre is structured as a play within a play within a play. The surface of the play takes place within a single performance in Camillo’s Memory Theatre in Venice in 1532. It is his first performance in seven years of his memory play and he intends it be his final one. Within his memory a commedia troupe performs their own bawdy version of his play. Erupting out of the rift in his memory is the Umbra, the darkest region of shadows, in which the Beast claws and mangles.
Camillo is the only figure who penetrates all three worlds.
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**Scarica lo scritto completo**

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Evento: inaugurazione Centro Giulio Camillo

di fiordiferro - 13 November 2005
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Il giorno 14 novembre 2005, lunedì, viene inaugurato in Scuola3d il centro risorse e documentazione intitolato a Giulio Camillo Delmino, uomo del Rinascimento che progettò di costruire l’utopia del teatro della memoria.
Il progetto è stato realizzato da Luna3 su indicazioni di Enrico Hell, e in questo documento, insieme alle schermate e la descrizione del centro, trovate anche una intervista alla costruttrice che ha dato veste concreta alle nostre utopie.

**Scarica il documento**

La prima pagina del trattato de
“Discorso di M. Giulio Camillo in materia del suo theatro”

Il trattato di Giulio Camillo

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“Noi siamo Leonardo Da Vinci”

di nicomarti - 13 November 2005
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Scuola Primaria di Castel del Piano, 9 novembre 2005 - ore 14,30, classe 4^B
-Bambini, oggi parliamo ancora di Leonardo Da Vinci!
Si sentono le voci gioiose dei bambini:
- Maestra evviva! Allora disegnermo ancora la Gioconda o qualche altro suo quadro famoso!??!?!
- Ma no, l’abbiamo già fatto… oggi parliamo delle sue invenzioni. Vi ricordate quando abbiamo fatto la sua biografia?? Era un uomo che si interessò a tutti i campi del sapere e prima di ogni altro, quando ancora nessuno ci pensava e neppure immaginava il futuro, lui ideò delle macchine che sarebbero state costruite solo molti secoli dopo. Era un precursore dei tempi…
- Che vuol dire precursore?
- Vuol dire che anticipò i tempi. Oggi faremo un gioco. Ognuno di noi immaginerà di essere Leonardo da Vinci, ai tempi attuali, ai nostri giorni. Anche noi precorreremo i tempi. Osserveremo le sue invenzioni e ci porremo questa domanda: “Cosa avrebbe inventato Leonardo Da Vinci, se fosse vissuto oggi? Quali macchine avrebbe immaginato per il nostro futuro?
A questo punto forte è la curiosità dei bambini ; chiedono di vedere ancora le invenzioni di Leonardo. Ci colleghiamo a Scuola3D e visitiamo il museo così sapientemente costruito da Luna3 e da Attila. Andiamo poi sul nostro Weblog dove possiamo vedere le foto ingrandite di tutte le invenzioni esposte attualmente al museo di Bolzano e di cui tanto si è parlato nei giorni indietro.
Col videoproiettore le osserviamo una per una al soffitto dell’aula (le pareti sono piene di cartelloni). L’ osservazione stimola commenti e richieste di spiegazioni ulteriori. I minuti passano veloci senza che ce ne rendiamo conto…
Adesso prendiamo carta e tempere. E’ arrivato il momento di inventare.
-Allora siete pronti? Vi siete immedesimati nella parte di Leonardo Da Vinci?
-Sì!!! Noi siamo Leonardo Da Vinci!!!!!!!
Il “coro” mi fa sorridere e mi costringe poi a richiedere il silenzio.
Ci mettiamo a lavoro: cosà verrà fuori da queste giovani menti? Sono molto curiosa…
Cordialmente
la maestra Nicoletta

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8 novembre

di nicomarti - 12 November 2005
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    Ore 16,30: sono a scuola. Resto in attesa per un po’…chi ci sarà stasera nell’aula multimediale della Scuola Primaria di Castel del Piano???
    Accendo alcuni computer, sento una voce: è Barbara, la mamma di Gabriele; subito dopo arriva Manuela (la mamma di Nicole) e Monica (la madre di Alessandra). Poi è la volta di Irene (la mamma di Sonia). Dovrebbero capitare anche Michele, il babbo di Lorenzo e Donatella ( la mamma di Andrea)…chissà…
    Parliamo subito delle novità, il concorso di Leonardo da Vinci cui parteciperanno gli alunni della 4^A/B; il convegno che si terrà a Bolzano il 15, 16 e 17 dicembre, alla presenza di Derrick DeKerckove; il weblog, che si arricchisce ogni giorno delle esperienze di tutti.
    Nel frattempo ci “catapultiamo” letteralmente a Scuola3D: “teleport casteldelpiano”.
    Il terreno di Castel del Piano è un po’ strano: c’è la scuola di musica ma ha un solo strumento musicale. Se ne cercano altri nel magazzino. Pare che al momento non funzioni, forse è la nostra connessione troppo lenta. Intanto l’ambiente viene diviso in alcune stanze: una per gli esercizi, una per l’ascolto dei concerti e una per il canto.
    Al monte Amiata mancherebbe la neve. Barbara va nell’ingresso a “rubare” quella che Luna3 ha creato; copia e cancella in continuazione, non contentandosi mai dei risultati: davvero incontentabile (come il piccolo Gabriele del resto!)
    Monica come al solito ha dimenticato la sua pass…così entra col nick della figlia. Il pattinodromo è una costruzione difficile: non ha ancora le pareti e consta solo della cupola. Monica si impegna provando prima con delle pareti lunghe e strette, poi con dei muri rotondi. La prendo un po’ in giro: è la prima volta che costruisce e ha scelto un edificio certo piuttosto complesso. Interpella Maria che nel frattempo è “comparsa” però non vuole ascoltare il suggerimento di cambiare la cupola ( perchè dovrebbe?) e così continua a provare; mi ricorda qualcuno: una dolce bambina che non si arrende mai.
    Intanto il tempo corre veloce. Michele non è venuto, ma ad un tratto lo intravediamo su Scuola3d sotto forma di un lupetto (di certo lo ha scelto il suo Lorenzo): ci saluta e guarda le sue foto in bella mostra di lato alla scuola di musica: gli serviranno per fare palazzo Nerucci.
    Arriva anche Donatella. Dà il cambio a Barbara che se ne va. Donatella controlla la neve che intanto è “scesa” sulla vetta e cerca di dargli un aspetto più naturale. A casa sta ricostruendo la Peschiera, il luogo dove sorge il fiume Fiora. Le faccio i miei complimenti, sta lavorando sodo con l’aiuto di Andrea!
    Anche Irene e Manuela abbandonano Scuola3D e in tre, le irriducibili, resistiamo perchè il pattinodromo e il monte Amiata vorremmo vederli finiti…”Entra anche la piccola Sonia, che da casa, con la sua mamma vicino, mi chiede alcuni consigli.
    Dopo le 19 interrompiamo il nostro lavoro e le nostre piacevoli chiacchiere: qualcuno ci avvisa che se non andiamo resteremo chiuse dentro la scuola.
    Ci salutiamo ed io saluto tutti voi, cordialmente, da Castel del Piano,
    Nicoletta

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Meeting su scuola 3d

di Ste - 12 November 2005
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I ragazzi della 3H usano scuola 3d di Roma come punto di incontro serale. Si riuniscono sul loro campo di prove dove ormai non esiste quasi più spazio libero, e costruiscono, qualche volta pasticciano un po’, ma stanno velocemente imparando.
Il loro entusiasmo è coinvolgente, e hanno iniziato a studiare il manuale, il magazzino oggetti e chiedono, a chiunque si trovi in rete, spiegazioni su come costruire.
Buon lavoro ragazzi!!!!

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Mostra di Leonardo: la quarta dimensione

di enrico - 11 November 2005
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Il mondo che ci circonda è a tre dimensioni ma possiamo immaginare e studiare anche la quarta dimensione. Oggi pomeriggio, ne ha parlato Maria Dedò, nella conferenza collegata alla mostra di Leonardo a Bolzano. Sono venuti fuori rapidamente tutti i problemi che nascono dalla nostra mancanza di esperienza della quarta dimensione.
A dire il vero anche immaginare e descrivere un mondo a due dimensioni è una astrazione, perchè triangoli, quadrati e, in generale, le figure geometriche piane non sono oggetto di esperienza.
Nel mondo piatto di Flatlandia, Edwin A. Abbot, racconta di un quadrato che giunge ad immaginare la terza dimensione.
Un sfera, infatti, aveva intercettato il piano bidimensionale e da quel piano poteva essere vista solo come una circonferenza che varia le proprie dimensioni.

la sfera attraversa il piano bidimensionale

Cosi’ come dal bidimensionale si puo’ immaginare il tridimensionale, dal tridimensionale possiamo immaginare dimensioni superiori, per esempio un mondo di poligoni a quattro dimensioni. In quel mondo il cubo potrebbe essere chiamato ipercubo e si presenterebbe pressappoco così:

Ipercubo basato sul diagramma di Schlegel

L’immagine è tratta dal libro “Forme- simmetria e topologia” di Maria Dedò.

Ho trovato una bella sintesi di Flatlandia in un lavoro dell’ Istituto tecnico industriale Marconi di Lugo (Ravenna), che merita di essere consultato (cliccare per scaricare il file ppt 1.3 mb).

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Si comincia a volare…

di Anna - 11 November 2005
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A volte le cose accadono quasi per caso… apri un libro e trovi un brano, lo leggi e come per incanto ti ritrovi in mano un film d’animazione bellissimo tratto da un libro altrettanto bello, e scopri che non tutti i bambini lo hanno visto…
Così ti lasci andare alle immagini e alla storia e cominci a volare, anzi sogni di volare e sogni di trasformarti in uccello…anzi in una gabbianella!

In classe 3°B abbiamo visto “La gabbianella e il gatto” e ci siamo accorti che parlava di Leonardo e dei suoi esperimenti per volare. Nell’enciclopedia consultata dai gatti si vede proprio il disegno delle ali: l’oggetto che abbiamo scelto per partecipare al concorso.
Ecco le nostre riflessioni:

GUARDANDO LA GABBIANELLA E IL GATTO…

Mattia: Anch’io desidero volare come la gabbianella. Tante volte ho pensato a come costruire le ali, però non ci sono mai riuscito. Una volta sono saltato dal mio amareno (albero di amarene) con le ali di plastica, ma mi sono fatto molto male alla gamba.
Una volta, anzi, 4 volte, ho volato con l’aereo. Se potessi avere le ali, potrei vedere la città dall’alto.
Mi piacerebbe volare sul K2 e osservare gli scalatori che si arrampicano sulla montagna. Tante volte vorrei scappare dai pericoli con le ali, ma siccome non le ho devo camminare!

Jasmin: Io mi sono commossa e ho pianto un po’… Ho immaginato di volare ma non vorrei volare via dalla mia mamma e dal mio papà, anche se sarebbe bello volare con loro verso sud e poi tornare di nuovo qui e andare subito a scuola. Mi piacerebbe volare ma a forma di gatto!

Denis: Io ho immaginato di volare come la gabbianella e di vedere dall’alto il mare blu.

Ilia: Ho immaginato di essere una gabbianella e volare in cielo così potevo vedere dall’alto la città e il mare. Vedere tutto dall’alto è bellissimo e forse vedrò anche il tramonto…

Fabio: Ho immaginato di volare libero come un’aquila, veloce come il vento e con un paracadute verde, rosso, blu e giallo. Era così bello volare che vorrei rivivere la stessa avventura. Dall’alto si vedevano montagne, fiumi, mari, laghi, e le case che diventano sempre più piccole. Mi sembrava di pilotare un aereo.

Arlinda: Vorrei volare come la gabbianella e andare sul sole, ma vorrei che non bruciasse. Vorrei volare da per tutto ma senza farmi male.

Teresa: Guardando un uccello mi viene in mente di volare come lui. Quando volo mi sento libera, il vento mi accarezza e mi sembra di essere in paradiso. Volando i problemi volano via e non vorrei più tornare a terra. Quando volo posso toccare le nuvole, mi sento felicissima e ho voglia di urlare! Se potessi volare non avrei paura di niente, potrei vedere tutto il mondo. Volare è troppo bello!

Consuelo: Vorrei volare come la gabbainella e vedere tutto il mondo che mi circonda. So che mi sentirei felice.

Marieme: A me piace volare perché vedi il mare dall’alto. Una volta ho provato con ali di plastica da farfalla, ma mi sono fatta male.

Larissa: Ho immaginato di volare come Peter Pan e di imparare come ha imparato la gabbianella. Vorrei volare con gli uccelli così potrei vedere i paesi dall’alto e visitare tutto senza far fatica. E’ rilassante volare liberamente!

Federico: Guardando la gabbianella e il gatto ho immaginato di volare con una aereo sicurissimissimo, perché io ho tanta paura! Vorrei inventare una tuta ultrasicura per volare, con un chilo di cuscini, un salvagente che si apre tirando una cordicella, un motore di motoscafo e tre paracaduti. In testa mi metterei tre caschi: il primo da moto, il secondo da bici e il terzo da sci e sotto ai caschi tre cuscini. Così se l’aereo cade non mi faccio niente!

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Le ali di Leonardo

di giusy - 11 November 2005
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A Brunico si continua a volare..

Osservando il modello di ali progettato da Leonardo abbiamo scritto al computer tutte le parole ed i pensieri che ci venivano in mente.

Partiremo da queste idee ed impressioni per percorrere insieme diverse traiettorie.

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