La fama di scrittore di G. Giusti (1809-1850)

La nomèa di poeta e letterato
Ti reca, amico mio, di gran bei frutti;
E il più soave è l’essere da tutti
E lodato e cercato e importunato.

Il grullo, l’ebete, il porco beato,
Lo spensierato, ed altri farabutti,
Fanno in pace i lor fatti o belli o brutti,
Ed hanno tempo di ripigliar fiato.

Ma l’ingegno che spopola e che spalca
È l’asino di un pubblico insolente
Che mai lo pasce e sempre lo cavalca:

E gli bisogna, o disperatamente
Piegar la groppa a voglia della calca,
O dare in bestia come l’altra gente.

(Recitata da Roberto Carusi, attore)

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