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Pensiero mare (0 Commenti, scrivi tu)

Invenzione e recitazione di Navar, classe 3°, Scuola Primaria L.Santucci di Casteldelpiano (Gr)

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Conversazione, sonetto di Enrico D’Angelo (0 Commenti, scrivi tu)

Conversazione

 

L’allegro conversare della sera

è un paziente cercarsi che poco aiuta

del vivere i bagliori e la sua mera,

anzi odore di polvere ne fiuta.

 

Eppure, mentre spengesi la luce,

annuncia un’altra luce la presenza

che, inedita e discreta, in Voi traduce

i moti luminosi di coscienza.

 

Se poi l’ombra dell’ombra mi seduce

dopo ogni appuntamento con l’amore,

allora appare tutto in piena luce

 

dal Vostro corpo reso anima ancora.

E allegra chiedete, pur nel peccato,

se forse un Dio abbiate o un uomo Voi amato.

 

Recitato da Daria

vedi anche: http://www.vicoacitillo.net/almat/dangelo.htm


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Il buon compagno, di Guido Gozzano (0 Commenti, scrivi tu)

Non fu l’Amore, no. Furono I sensi
curiosi di noi, nati pel culto
del sogno…E l’atto rapido, inconsulto
ci parve fonte di misteri immensi.

Ma poi che nel tuo bacio ultimo spensi
l’ultimo bacio e l’ultimo sussulto,
non udii che quell’arido singulto
di te, perduta nei capelli densi.

E fu vano accostare i nostri cuori
già riarsi dal sogno e dal pensiero;
Amor non lega troppo eguali tempe.

Scenda l’oblio; immuni da languori
si prosegua più forti pel sentiero,
buoni compagni ed all eati: sempre.

Recitata da Milagro

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Nel fiume dei ricordi, di Hans Winkler (0 Commenti, scrivi tu)

Se potessi vedere
i tuoi occhi
e vedermi riflesso,
sapendo che tu stessa
ti specchi nei miei.

Recitata da Mareike e Nadine

vedi: http://www.poesie-italiane.de/gedicht.php?id=24&kat=1

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Romeo e Giulietta, di William Shakespeare (0 Commenti, scrivi tu)


Silenzio! Quale luce irrompe da quella finestra lassù?
È l’oriente, e Giulietta è il sole.
Sorgi, vivido sole, e uccidi l’invidiosa luna,
malata già e pallida di pena
perché tu, sua ancella, di tanto la superi in bellezza.
Non essere la sua ancella, poiché la luna è invidiosa.
Il suo manto di vestale è già di un verde smorto,
e soltanto i pazzi lo indosano. Gettalo via.
È la mia donna; oh, è il mio amore!
se soltanto sapesse di esserlo.
Parla, pure non dice nulla. Come accade?
Parlano i suoi occhi; le risponderò.
No, sono troppo audace; non parla a me;
ma due stelle tra le più lucenti del cielo,
dovendo assentarsi, implorano i suoi occhi
di scintillare nelle loro sfere fino a che non ritornino.
E se davvero i suoi occhi fossero in cielo, e le stelle nel suo viso?
Lo splendore del suo volto svilirebbe allora le stelle
come fa di una torcia la luce del giorno; i suoi occhi in cielo
fluirebbero per l’aereo spazio così luminosi
che gli uccelli canterebbero, credendo finita la notte.
Guarda come posa la guancia sulla mano!
Oh, fossi un guanto su quella mano
e potessi sfiorarle la guancia!

Recitata da Nina e Melanie

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La luce di G. Pellegrino (0 Commenti, scrivi tu)

La luce guardò in basso
e vide le tenebre:
“Là voglio andare” disse la luce.

La pace guardò in basso
e vide la guerra:
“Là voglio andare” disse la pace.

L’ amore guardò in basso
e vide l’odio:
“Là voglio andare” disse l’ amore.

Così apparve la luce
e inondò la terra
così apparve la pace
e offrì riposo;
così apparve l’ amore
e portò la vita.

“E il Verbo si fece carne
e dimorò in mezzo a noi”.
...e la luce apparve...

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A MIO PADRE di C. Sbarbaro (0 Commenti, scrivi tu)

Padre, se anche tu non fossi mio
padre, se anche fossi un uomo estraneo,
per te stesso egualmente t’amerei.
Chè mi ricordo d’un mattino d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell’altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore;
chè avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l’attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l’avviluppavi come a difenderla
da quel cattivo ch’eri il tu di prima.
Padre, se anche fossi un uomo estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fancuillo t’amerei.

(Letta da Angela)

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AMORE (0 Commenti, scrivi tu)

Spuntan le gemme sui ramoscelli
ecco che spira un bel venticello
vola nel cielo una capinera
finalmente è arrivata la Primavera;

nei campi occhieggiano le timide viole
accarezzate da un lieto sole
un bimbo corre col suo aquilone
e sente un coro che grida: amore.

Le spighe di grano indorano il campo
il sole splende su tutto il mondo
il cielo azzurro si estende beato
i fiori colorano il verde prato

sul mare dondola la pigra barca
nell’aria soffia una lieve brezza
il bimbo insegue il aquilone
ancora il coro che grida: amore!

Stanche le foglie cadon dai rami
come uno stuolo di antiche dame
un vento sferzante le spinge lontano
è già arrivata la stagione autunnale;

senti ruggire le onde spumose
calar la nebbia su tutto il paese
il bimbo in sogno col suo aquilone
risente il coro che grida: amore!

Le nuvole giocano a nascondino
un rovescio di pioggia nel mattino
la neve scende sulle montagne
un velo di brina sulla campagna;

il vento infuria sull’abitato
la luna illumina il cielo stellato
il bimbo, riposto il suo aquilone,
si unisce al coro che grida: amore!

(Scritta e recitata da Angela)

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I fiori (Federica S.) (0 Commenti, scrivi tu)

Viola, rosa, bianchi
cosa mai penseranno in quel momento
saranno solo ricordi lontani, molto lontani
di parole, amore, amicizia
o piccoli angeli
che voleranno sul mare
blu, azzurro e immenso
oppure solo in un
grande amore.
Il vostro futuro
chi lo sa per caso proprio loro
anche se moriranno di
amore, amicizia, parole
chi lo sa il vostro prato,
il vostro vaso oppure la vostra
bellezza che morirà.

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POETARE (0 Commenti, scrivi tu)

Ilo la cantò
e a lei la dedicò
perchè quella canzone
fosse un pegno d’amore.

Gaia sorrise
e a lei arrise
l’idea di ricambiare
anch’ella col poetare.

(Scritta e recitata da Eddangela)

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