A spasso con Ress

Era una calda serata d’estate, quando il commisario Ress, detective molto noto per il suo fiuto infallibile, ricevette una chiamata da una cabina telefonica del parco.

Ress, era un uomo dall’aria molto buffa a causa del suo enorme naso rosso come il cappello che indossava giorno e notte e aveva degli occhioni azzurri come il ghiaccio. Quando ricevette la telefonata, se ne stava bonariamente seduto sulla sua poltrona a fumarsi un sigaro cubano bevendo un’ottima grappa alla stella alpina.

Dall’altra parte del telefono si presentò un ragazzo di nome Alex che sembrava molto scosso e agitato, il quale descrisse un orribile scena: ” ehi frà, non puoi starci dentro, ho appena visto un uomo e il suo cane morti, uccisi, insomma “caput”, mi hai capito tigre, fammi sapere se vieni, ciao zio “; il commissario assonnato e incredulo rispose: ” Alex, ascolta, prima di tutto definisci dove sei, non prendere iniziative, stai calmo e aspettami”.

Dopo una decina di minuti il commissario Ress raggiunse Alex al parco, costatando di persona ciò che era successo: i corpi giacevano in una pozza di sangue accanto ad un camion in una zona poco illuminata del parco.

Le vittime erano un signore di circa quarant’anni che si chiamava Marco Bolletta e il suo cane Whisky. Marco era un omino gracile, con dei lunghi baffi neri finissimi, delle folte sopracciglia che gli abbassavano lo sguardo e due radi ciuffetti di capelli sopra le orecchie. Whisky era un cagnolone, un Alano, di colore nero che presentava le stesse identiche ferite inferte anche al suo padrone. Era consuetudine che Marco Bolletta uscisse di casa ogni sera per andare al parco con il suo amato cane Whisky e allontanarsi così dalle urla isteriche della moglie.

Nei giorni seguenti, il commisario Ress pensando e ripensando all’accaduto e indagando segretamente sulla vita privata di Marco Bolletta, individuò i potenziali artefici del delitto:

1. Alex, il ragazzo strano dall’aspetto trascurato che quella sera aveva chiamato al commissariato e ipoteticamente avrebbe aggredito il sig. Bolletta per rubargli dei soldi.

2. Carlotta, moglie del sig. Bolletta; negli ultimi tempi il rapporto tra i due coniugi era deteriorato a causa dell’acquisto del cane da parte del sig. Bolletta che infastidiva costantemente il gatto della moglie.

A peggiorare una situazione già difficile c’era il sospetto della signora che suo marito tutte le sere, con la scusa di portare fuori il cane, si vedesse con un’altra donna,… il pensiero l’avrebbe accecata a tal punto da compiere un gesto simile!?.

Nei giorni delle indagini, durante un sopralluogo all’abitazione del sig. Bolletta, il commissario si era imbattuto in una strana scena: la vicina di casa, nota nel mondo dei servizi sociali come Alexandra Misultin, donna decisa, impulsiva e molto vendicativa che viveva il suo lavoro come una costrizione, cantava beatamente e allegramente in casa, comportamento strano secondo il commissario, perchè nei giorni precedenti aveva dichiarato di essere abbastanza legata ai coniugi.

Proseguendo nelle sue indagini, il commissario scoprì anche che Alexandra Misultin ogni mattina uscendo di casa per andare al lavoro si trovava davanti all’ingresso delle spiacevoli sorprese del cane del sig. Marco Bolletta e spesso e volentieri le calpestava inavvertitamente, innervosendosi. Questa situazione era stata più volte motivo di accesi dibattiti tra i due vicini di casa.

Le indagini continuarono e portarono il commissario Ress a interrogare la donna.

Dopo svariati colloqui, Alexandra si presentò in lacrime confessando che una sera, presa da un raptus di follia omicida dopo l’ennesima lite, seguì di nascosto il sig. Marco Bolletta al parco e nascondendosi dietro un camion parcheggiato lì di fronte, aspettò il momento migliore per colpire il povero sciagurato, tirò fuori il coltello da cucina che si era portata dietro e si avventò sull’uomo ferendolo a morte. Il cane, vedendo il suo padrone agonizzante a terra, tentò di aggredire la donna, ma questa sferrò dei colpi decisi anche su di lui, uccidendolo. Una volta accortasi di ciò che aveva fatto, nascose minuziosamente l’arma in un cespuglio e corse a casa sconvolta, ma contenta. Dopo questa confessione, il commissario arrestò la donna , la quale fu processata e condannata a vent’anni di reclusione in prigione per omicidio volontario premeditato.

Alex, che assieme alla moglie del sig. Bolletta, era uno dei sospettati, scosso dall’accaduto decise di cambiare la sua vita, riprese gli studi iscrivendosi alla facoltà di scienze della formazione primaria all’Università Cattolica di Milano, trovò una ragazza e divenne un ottimo insegnante stimato e amato.

La signora Carlotta, già fortemente turbata, finì in depressione e venne trasferita in un istituto di igiene mentale, dove trascorse tutto il resto della sua vita accompagnata dal suo fedele gatto.

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Un commento a “A spasso con Ress”

    1. labobico 08/05/2009 alle ore 13:10

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