“A mio padre” di Germano Mandrillo (Ramlyrika,1998)

Una chiesetta silenziosa,
da un altare scarno
una voce tremula
ricorda chi non c’è più
rito un po’ magico
dice che ancora
chissà
sarà
lassù
si guarda si spera
si dice una preghiera
lacrime asciutte
dopo tanti anni
memorie liete
di tempi felici
e par di sentire le voci
libertà di sole d’estate
calore di rifugi d’inverno
liete malinconie d’autunno
e profumi forti di primavera
pianti e risate
di ore smarrite
di giorni lontani
quasi le grandi mani
che stringono il corpo piccino
si scambia un segno di pace
si dice ancora una preghiera
e ancora si guarda
e si spera.

Tu
per me
non sei mai morto.

(Recitata dall’autore)

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2 commenti a ““A mio padre” di Germano Mandrillo (Ramlyrika,1998)”

    1. eddangela 22/05/2008 alle ore 13:43

      “lacrime asciutte
      dopo tanti anni”

      “e ancora si guarda
      e si spera.”

      Grazie, lei riesce sempre a commuovermi

    1. nicomarti 23/05/2008 alle ore 07:14

      Signor Mandrillo,
      odio e amo allo stesso tempo questa sua particolare poesia. In attesa della prossima.

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