Mettiti nei miei panni

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Revision as of 16:28, 12 Novembre 2007; view current revision
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Le prime idee sul progetto [1]

"I bambini utilizzeranno avatar corrispondenti alla loro etnia"

Mi viene in mente questa possibilità: ci sono un certo numero di avatar preparati ad hoc (nel senso che sono repellenti e/o comunque rappresentano una tipologia di emarginati) e tra questi i bambini devono sceglierne uno per una missione segreta (qual è la missione segreta adesso non lo so, ma il segreto serve innanzitutto perché mantengano segreta la loro vera identità).

Se non ho capito male si verrebbe così a creare la situazione che tu auspicavi e cioè bambini che interagiscono con altri bambini senza sapere chi ci si davvero dietro l'avatar che li rappresenta. L'avatar d'altra parte è fortemente provocatorio e questo effetto potrebbe essere amplificato dalla diversa missione che ogni bambino riceve: il tutto per produrre un'interazione che faccia emergere pregiudizi stereotipi eccetera. Che ne pensi?

Roberto


[intervento di Nicoletta]

Confesso che fino ad adesso non mi ero mai soffermata troppo sulle scelte dell'avatar che i bambini facevano. L'idea di Maestraleila è molto interessante; e anche il gioco di Roberto sia pure non semplice da realizzare. Praticamente i bambini dovrebbero connetteri a Scuola3d, senza che l'uno sappia quale avatar hanno gli altri, ho capito bene? Dovrebbero avere una missione da compiere: andranno divisi in squadre? Ritrovarsi conoscendo solo il nome e non l'aspetto? Una specie di caccia al tesoro? Mi viene in mente un gioco che ho spesso proprosto in passato, ma fatto in classe: ogni bambino è l'abitante di un villaggio; ha la sua capanna, con riserve alimentari abbondanti; la casa è rappresentata da un ampio foglio di quotidiano che essi tengono sulla testa. Inizia un periodo di carestia e i temporali distruggono di volta in volta varie case: intanto si ascolta una musica rappresentante le avverse condizioni metereologiche. Arriva il tuono che distrugge due o più case, poi la musica si interrompe e la maestra strappa dalla testa dei bambini alcuni "tetti": chi rimane senza casa va a ripararsi presso la casa di un altro. La musica riprende e il gioco si ripete finchè non restano che due o tre capanne. A quel punto si possono fare molte considerazioni sui livelli di accettazione fra alunni: qualcuno ha rifiutato un compagno? Perchè lo ha fatto? Alcuni hanno accolto nel loro tetto molti compagni, altri hanno voluto solo l'amico preferito? Ecc. Che ne pensate?

I miei alunni essendo piccoli (prima elementare) possono prendere parte al progetto solo sperimentando i vari avatar che costruiscono con [2] e cioè con Voki: ho notato che si possono fare molte riflessioni sulle scelte che operano e pur non pretendendo osservazione psicologiche (sono solo una maestra piuttosto anziana), penso che quelle scelte siano influenzate dal loro modo di essere, nonchè da come si sentono accettati dagli altri, adulti compresi. Ecco cosa ho osservato per adesso: quasi tutti i bambini hanno scelto di ricreare un personaggio simile a loro nella realtà; una minima parte ha scelto di "trasformare" se stesso nascondendosi dietro un sorta di maschera molto diversa da come è veramente: forse vuol dire qualcosa di come si sente di fronte agli altri? Qualcuno ha pensato di scegliere invece, un animale tenero tenero che lo rappresenti: anime gentili? C'è anche chi si è cambiato in un bimbo piccolissimo(ma con gli occhiali!): mi domando se ha un fratellino nato da poco...oppure se la scelta è puramente casuale e spiritosa; uno solo si è categoricamente rifiutato di partecipare al gioco delle identità: nessun problema se preferisce divertirsi col Paint! Forse vuole semplicemente essere quello che è, senza cambiamenti alcuni.

Al proposito, mi viene in mente Eddangela, quando l'anno scolastico passato osservava come i suoi alunni sceglievano e modificavano il loro avatar: magari vuole intervenire anche lei nella discussione? Nicoletta Title=L'identità in prima elementare

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