Mettiti nei miei panni
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+ | I miei alunni essendo piccoli (prima elementare) possono solo prendere parte al progetto sperimentando i vari avatar che costruiscono da soli con [http://www.voki.com] e cioè con Voki: ho notato che si possono fare molte riflessioni sulle scelte che operano, e pur non pretendendo osservazione psicologiche (sono solo una maestra piuttosto anziana), penso che quelle scelte siano influenzate dal loro modo di essere, nonchè da come si sentono accettati dagli altri, adulti compresi. | ||
+ | Ecco cosa ho osservato per adesso: quasi tutti i bambini hanno scelto di ricreare un personaggio simile a loro nella realtà; una minima parte ha scelto di "trasformare" se stesso nascondendosi dietro un sorta di maschera molto diversa da come è veramente: forse vuol dire qualcosa di come si sente di fronte agli altri? Qualcuno ha pensato di scegliere invece, un animale tenero tenero che lo rappresenti: anime gentili? C'è anche chi si è cambiato in un bimbo piccolissimo(ma con gli occhiali!): mi domando se ha un fratellino nato da poco...oppure se la scelta è puramente casuale e spiritosa; uno solo si è categoricamente rifiutato di partecipare al gioco delle identità: nessun problema se preferisce divertirsi col Paint! Forse vuole semplicemente essere quello che è, senza cambiamenti alcuni. | ||
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Revisione 10:45, 27 Ottobre 2007
Le prime idee sul progetto [1]
"I bambini utilizzeranno avatar corrispondenti alla loro etnia"
Mi viene in mente questa possibilità: ci sono un certo numero di avatar preparati ad hoc (nel senso che sono repellenti e/o comunque rappresentano una tipologia di emarginati) e tra questi i bambini devono sceglierne uno per una missione segreta (qual è la missione segreta adesso non lo so, ma il segreto serve innanzitutto perché mantengano segreta la loro vera identità).
Se non ho capito male si verrebbe così a creare la situazione che tu auspicavi e cioè bambini che interagiscono con altri bambini senza sapere chi ci si davvero dietro l'avatar che li rappresenta. L'avatar d'altra parte è fortemente provocatorio e questo effetto potrebbe essere amplificato dalla diversa missione che ogni bambino riceve: il tutto per produrre un'interazione che faccia emergere pregiudizi stereotipi eccetera. Che ne pensi?
Roberto
L'idea è molto interessante; anche se non semplice da realizzare. Praticamente i bambini dovrebbero connetteri a Scuola3d senza che l'uno sappia quale avatar hanno gli altri, ho capito bene? Dovrebbero avere una missione da compiere: andranno divisi in squadre? Ritrovarsi conoscendo solo il nome e non l'aspetto? Una specie di caccia al tesoro?
I miei alunni essendo piccoli (prima elementare) possono solo prendere parte al progetto sperimentando i vari avatar che costruiscono da soli con [2] e cioè con Voki: ho notato che si possono fare molte riflessioni sulle scelte che operano, e pur non pretendendo osservazione psicologiche (sono solo una maestra piuttosto anziana), penso che quelle scelte siano influenzate dal loro modo di essere, nonchè da come si sentono accettati dagli altri, adulti compresi. Ecco cosa ho osservato per adesso: quasi tutti i bambini hanno scelto di ricreare un personaggio simile a loro nella realtà; una minima parte ha scelto di "trasformare" se stesso nascondendosi dietro un sorta di maschera molto diversa da come è veramente: forse vuol dire qualcosa di come si sente di fronte agli altri? Qualcuno ha pensato di scegliere invece, un animale tenero tenero che lo rappresenti: anime gentili? C'è anche chi si è cambiato in un bimbo piccolissimo(ma con gli occhiali!): mi domando se ha un fratellino nato da poco...oppure se la scelta è puramente casuale e spiritosa; uno solo si è categoricamente rifiutato di partecipare al gioco delle identità: nessun problema se preferisce divertirsi col Paint! Forse vuole semplicemente essere quello che è, senza cambiamenti alcuni.