Un giorno, a Dobbiaco; nella culla di dolomia

di »Kyashan« - 16 July 2008
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Alessandro VS Kyashan VS Alessandro

“…finalmente, l’ultimo gradino; dietro l’arco, la verità.

Son lucciole quelle che vedo, o…”

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Un giorno, all’incontro a Dobbiaco…

In una culla di dolomia, dove è evidente lo zampino di qualcosa a Noi superiore

Molti i presenti; grande, l’opportunità di confronto.

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E così, successivamente…

Nel mio piccolo, lascio un contributo nel ruolo che ricopro,
con la presentazione del
software 3D libero:

Blender

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Visita il mio angolo su, cittadinanzadigitale… fai Click!

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A presto!
Kyashan… al secolo, Alessandro Rigitano

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I perchè della classe 4^A: Podcast “Suoni poetici”

di eddangela - 23 May 2008
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Tra i perchè che ho desiderato porre alla fine di quest’estenuante anno scolastico c’è anche quello relativo al podcast.

L’esperienza di “Suoni poetici” è stata fondamentale per tutta una serie di motivi, non sto qui a spiegarli, ma hanno fornito l’occasione di vivere momenti di puro divertimento, serenità, allegria, collaborazione, ludicità (vi ho risprmiato le registrazioni delle mie liti con Domenico, Gaetano, Salpio e Francesco sulla mia incapacità di utilizzare bene l’mp3 per il fatto che rosicchio le unghie e dunque non becco mai i tastini giusti :) ).

Il podcast mi ha sempre fatto riflettere: ho cominciato con me, ho scoperto che non conoscevo la mia voce, mi sono sentita come il protagonista di “Uno, nessuno e centomila”… questa sono io? Com’è possibile? Quando gli altri mi ascoltano sentono questa qui? Ho notato, forse per il mio carattere, che c’era una distanza abnorme tra il mio pensiero e la mia fisicità, la voce. Dovevo “rendermi” familiare a me stessa. Ho cominciato a registrare e le prime volte avevo il tremendo imbarazzo di riascoltarmi, poi ne ho avuto di meno, ma ce l’ho ancora.

Ho esteso questa riflessione agli alunni, ho cominciato a conoscerli veramente così: il timido, il sicuro, il vanitoso, il ritroso, il coraggioso, l’insicuro. Quanti ne ho riconosciuti come me. Man mano li sentivo sempre più curiosi, presi, coinvolti, divertiti… poi avrebbero voluto registrare anche il “Ciao” del mattino. Col podcast (e questo blog) hanno cominciato a collegarsi anche da casa, a rendere partecipi i genitori, a chiedere l’acquisto del pc.

A prescindere dal forte supporto didattico, nel senso che non si sono mai verificati problemi di lettura o di studio, mi è piaciuto l’aspetto educativo dell’esperienza: se ci provo,  io posso farcela!

Spero che rimanga loro proprio questo insegnamento. :)

Qui il video di documentazione

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I perchè della classe 4^A: avatar e dintorni

di eddangela - 22 May 2008
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Uno dei primi interventi che feci nel blog riguardava l’uso degli avatar e la prospettiva nei bambini in Scuola 3d.

A distanza di un anno,  ho posto a loro stessi la domanda e ho notato che il discorso è risultato poco stimolante. E’ da tempo superata la fase maniaca del cambio di personaggio, qualcuno lo vive più come esplorazione e ricerca  che altro, altri lo considerano una perdita di tempo rispetto all’inesorabilità delle ore assegnate in lab.

Tutti però lo scelgono e lo usano, nessuno usa la prima persona a differenza di me che la preferisco, ma questo è un altro discorso legato all’autocontrollo e alle caratteristiche personali.

Avatar: to change or not to change? (video)

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Verso…

di eddangela - 21 January 2008
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Gli alunni della classe 4^A sono impegnati in più progetti in  Scuola3d, ognuno con la sua valenza educatica e formativa, sulla base di un sostrato senz’altro disciplinare, ma ritengo non settoriale.
Fa da sfondo integratore proprio l’ambiente virtuale e tridimensionale del mondo, in cui essi avvertono il senso di riconoscimento, di familiarità, di apertura interattiva a realtà diverse dalla propria, di possibilità di incontro e confronto con mentalità diverse, di condivisione. Questo avviene in special modo quando si esplorano costruzioni o si vedono video realizzati da altri alunni o quando in chat s’incontrano docenti, raramente altri alunni perchè gli orari quelli sono, ahimè! :(
La positività del mondo3d è proprio il creare e ricreare situazioni non solo di apprendimento cognitivo, ma anche relazionale. La differenza tra il sussurrare, il dire e l’urlare diventa sostanzialmente visibile anche nella scrittura, così come il rifiutare una richiesta di raggiungimento diventa palesemente atto di scortesia, che si percepisce nell’immediato e diventa motivo di discussione e approfondimento dopo.
Noto che l’avatar non è più predominante, la timidezza nell’operare diventa meno evidente, il desiderio di realizzare è profondo ma anche l’esigenza di autonomia nell’esplorare e talvolta “viaggiare” da soli.
Aggiungo di un’esperienza capitatami qualche ora fa: una mia amica è venuta a casa per farmi ascoltare i suoi tentativi di registrazione di una poesia. Mi ha confessato il profondo disagio nel riascoltarsi e nel non riconoscersi come quella voce impacciata ed insicura. Le ho dunque fatto ascoltare le ultime registrazioni degli alunni effettuate per il podcast “Suoni
poetici” ed insieme abbiamo realizzato la positività dell’esperienza, misurabile anche nella naturalezza che rivelano: di alcune difficoltà sono al corrente io, ma lei non le ha rilevate neanche dopo averla messa al corrente. Dunque, il piacere di riascoltarsi e di riconoscersi per come si è e non per come ci si conosce è un vantaggio che questi bambini hanno almeno su noi due adulte.
A proposito, di seguito potete vedere gli ultimi sviluppi dell’impegno in Scuola3d e seguirne l’evoluzione.

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Giocare con le identità

di nicomarti - 27 October 2007
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Nelle classi prime della scuola Primaria L.Santucci, venerdì 26 ottobre 2007, giochiamo con le identità: -Chi vuoi essere oggi?
Pongo questa domanda ai miei alunni e poi spiego: -Per giocare a Scuola3d, non possiamo entrare nel computer fisicamente, quindi dobbiamo costruirci un personaggio, con cui presentarci agli altri. Chi e come vorreste essere?

Di fronte allla pagina di Voki osserviamo le varie possibilità che ci sono di trasformare il nostro aspetto reale in uno virtuale, cioè in un avatar: la scelta fra maschio e femmina già a questa età sembra fondamentale, ma le cose cambiano quando vogliono diventare un animale: in questo caso, non importa. Lavoriamo due ore intensamente, superando anche le difficoltà del mouse e della tastiera: chi non li aveva mai visti, impara alla velocità della luce! Coloro che sanno già come si fa, aiutano gli altri e tutti sono interessati e divertiti da come appaiono alla fine.
Questo gioco mi consentirà di conoscere meglio i miei nuovi alunni, ma non ci sono conclusioni, non farò alcuna generalizzazione, perchè sono piccoli e a volte la fretta porta a scegliere un aspetto casuale; certo è, che ognuno si è impegnato con entusiasmo, solo una riflessione: peccato che gli avatar di Voki non possano essere trasportati veramente a Scuola3d!

Ho messo in questa pagina alcuni avatar costruiti dai bambini.

Segnalo inoltre, che a questa pagina c’è il resoconto del secondo ingresso a Scuola3d dei miei alunni.

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Giocare con l’identità

di fiordiferro - 16 October 2007
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Alcune sere fa al Caffè Nazionale di Aosta ho ascoltato Vincenzo Cerami che, a braccio, ha parlato sul tema dell’identità. Ha affermato, tra ricordi all’Ascanio Celestini e narrazioni briose, che è in crisi, si è arenato, perchè nel passato quando creava i suoi affreschi narrava non solo di personaggi ma anche delle connotazioni e dei feed di significato culturale e antropologico che ognuno recava. Ogni identità sembrava definita, definibile, non per essere assimilata in un niente senza forma ma per gli elementi distintivi di appartenenza culturale. Oggi quale identità possibile in un divenire totale? Il tema delle identità è molto caro a Scuola3d, identità multiple o altre, o sempre e solo una, proteiforme. I nostri bambini in Scuola3d sono guidati a giocare con la propria identità senza perderne frammenti, imparando che si è quello che si è non quello che si impersona. Una frase di Aldo Busi di qualche anno fa mi è rimasta in mente e la uso sempre. Aldo Busi, con una ovvietà splendida affermava: tu non sei un operaio, un maestro, un direttore d’orchestra. Tu FAI l’operaio, il maestro, il direttore d’orchestra, sei e resti una essere umano. Essere cosa quindi? In rete e nei mondi virtuali qualcosa di diverso dalla realtà? Derrick de Kerckhove indaga da anni su quello che chiama “il cambio di skin”, il cambio di pelle, forse una metamorfosi continua che arricchisce la personalità. Ieri sera in chat abbiamo ancora, tra le altre cose, parlato di identità e gioco. In rete possiamo trovare alcuni programmi web based dedicati alla creazione di avatar personalizzati, con cui poter anche far giocare i nostri bambini.
Alcuni link:
http://www.meez.com
http://www.voki.com/
http://www.gizmoz.com/
http://www.befunky.com

Ho giocato con Voki, e vi saluto con il mio avatar personalizzato e la mia voce che da il benvenuto in Scuola3d

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Tempo di vacanze

di Betta - 19 July 2007
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Le scuole sono chiuse e sono arrivate le vacanze.

Ho coinvolto la mia famiglia in un viaggio particolare: una settimana a Vandoies, in Val Pusteria.

Durante la mia permanenza ho già programmato una giornata a San Candido.

Un itinerario in senso inverso:immergermi dal progetto virtuale di Scuola3D al paesaggio reale.

Quali saranno le mie sensazioni, emozioni , vivendo in “presenza” l’ambiente di scuola3d?

Le voci, i suoni, l’esperienza visiva e cinetica che hanno affollato le mie sedute invernali notturne dei lunedì sera….il mio “corpo” reale visiterà quei luoghi.

Non sarò più un Avatar.

Buone vacanze!

Betta

la mia casa delle vacanze
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Tantetinte e la poesia

di eddangela - 2 June 2007
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Coniugando esperienza laboratoriale e podcast, abbiamo pensato di scrivere anche una poesia per Tantetinte, dedicata all’autrice Sandra Dema.

Ecco un altro aspetto positivo dell’esperienza in 3d, dell’apertura al mondo oltre la nostra porta, del confronto e della condivisione: si esplorano aspetti dell’immaginario, del nostro essere, in termini di potenzialità e di risorse, che rappresentano un sostrato importantissimo per la formazione e la crescita di personalità aperte e libere di esprimere e comunicare se stesse, nonchè di accogliere i messaggi dell’altro.

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Chat Tanteteatro

di eddangela - 4 April 2007
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Ieri mattina, alle 9 circa, noi classe III di Cardito di Napoli, siamo entrati in scuola3d.
In 25 bambini piu’ io, 2 ogni postazione. Stiamo lavorando al Teatro di Nonno Amilcare. Abbiamo incontrato Fiordiferro e i bambini hanno fatto da guida. E hanno ricostruito per Fiordiferro la storia di Nonno Amilcare. teatro_nonno_amilcare

***Leggi tutta la chat e anche un racconto di quello che stiamo facendo in classe***

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Muri, porte, finestre, un tetto

di eddangela - 14 February 2007
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Riflettevo su quanto sia difficile cercare di non superare i limiti della libertà dell’altro, su come sia faticoso sentirsi liberi di esprimersi ma senza per questo invadere il campo altrui e quanto spesso la nebulosità delle mie idee possa essere fuorviante per gli alunni.

Nella scelta del modello del teatro “io” vedevo tutto azzurro, è una mia necessità, in questo periodo di espansione dell’io non voglio limiti e qualsiasi strettoia mi dà un senso di claustrofobia. Ma il bambino è un essere con una sua precisa personalità:  mi hanno dato un bell’alt esprimendo con chiarezza il desiderio di avere un teatro con muri, porte, finestre, un tetto. Io un po’ ci sono rimasta, perchè pensavo che la spazialità fosse più vicina al loro modo di pensare e di sentire e mi ha sorpreso “ascoltare” (e lo metto tra virgolette perchè avrei dovuto invece “sentire” prima che me lo dicessero) questa loro richiesta. In altri termini, laddove un bambino può spaziare sceglie di riproporre il suo mondo, quello che già conosce, con le sue caratteristiche reali? E’ un po’ di giorni che ci ripenso: quanto ci si può sentire inadeguati a cogliere, sentire, capire e non solo a volte.

E’ proprio vero, dunque, e la quotidianità lo conferma, che il bambino va ascoltato, e non solo con le orecchie, va percepito attraverso le sensazioni, va “letto” nella sua richiesta espressa e in quella che timidamente resta inespressa.

Non ritengo affatto di essere all’altezza, ma spero almeno di incoraggiare sempre la libertà di espressione e di comunicazione.

ps. mi piace molto questa poesia

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