La costruzione dell’identità in 3D

di enrico - 28 January 2007
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Lunedì 22 gennaio abbiamo discusso su un tema importante, quello dell’identità in 3d.

Presenti:
1. Fiordiferro (Luisanna Fiorini)
2. Sabu (Sara Buzzacaro)
3. Maria (Maria Gragnaniello)
4. Nicomarti (Nicoletta Martini)
5) Maestraleila
6. Ste (Stefania Balducci)
7. Ashia
8. Eddangela
9. Maghetta (Maria Teresa Ghetti)
10. GiorgiaB
11. Alep (Pasquale Pittaluga)
12. Enrico (Enrico Hell)
14. Betta (Elisabetta Nanni)

Sommario
Incontrarsi in chat 3d
Leggere il blog
Prima o terza persona?
Identità plurime
La proiezione di sè
Personalità elettiva
Il sé reale e il sé immaginario
L’avatar come trucco scenico
Gioco, divertimento o fatica?
Gioco e regole
Grammatica

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Riflessioni ora in chat

di eddangela - 21 January 2007
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Ricollegandomi all’intervento “Riflessioni di una maestra”, le nostre riflessioni le abbiamo registrate in chat.

Le domande le ho poste io, naturalmente, passando da una postazione all’altra, le poche utili allo scopo.

Secondo i principi della democrazia (e dell’adattamento ad ogni situazione), gli alunni hanno risposto a gruppi, a volte negoziando e a volte no le risposte.

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Riflessioni di una maestra

di eddangela - 6 January 2007
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     - Perché un personaggio o l’altro? I maschietti sono orientati verso la meccanica, molte bambine preferiscono i personaggi più piccoli, c’è chi lo cambia in continuazione e chi, invece, si affeziona al suo, si identifica, si riconosce
     - In 1^ o 3^ persona? Questo punto è di grande spessore sia psicologico che spaziale. Intanto ho chiesto ad una mia amica psicologa perché loro erano orientati alla scelta della terza persona ed io alla prima e lei mi ha risposto che per i bambini è un gioco, dunque essi si rilassano e lasciano che il loro “io” spazi liberamente, mentre io sono orientata all’autocontrollo. Non è una riflessione da poco: dunque, quanto conta la possibilità per il bambino di sentirsi libero nella spazialità e quanto mi ha fatto riflettere che la didattica dello spazio “chiuso”sia una sofferenza sentita. Non è semplicemente scoprire l’acqua calda, ma industriarsi a trovare modalità e strategie di “libertà” espressiva, comunicativa, partecipativa, esplorativa, costruttiva,  nella scuola pratica (e non teorica).
Non da poco è poi la storia della prospettiva, che cambia a seconda della scelta operata. Cambiare vista comporta anche la variazione del punto di vista, che non è semplice da gestire per i bambini, soprattutto perché il nostro tempo nel laboratorio è limitato a 2 ore settimanali e produttivo se tutto funziona (sigh!)
     - Ma la maestra è vera? Guardarmi al server e vedermi sul monitor le prime volte li avrà impressionati: cioè mentre il loro decentramento non era rilevante, il mio sì, più che dei loro compagni. Ergo, vediamo se la maestra è vera… e passiamole attraverso!
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chat…chat…

di eddangela - 6 January 2007
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Come ogni evento può trasformarsi in una porta aperta sul mondo dell’infanzia e in motivo di riflessione. Tempo fa ai bambini di III A è capitato di incontrare in chat Nicomarti e ciò che mi ha colpito è stata la comunicabilità non oscurata o preclusa da remora alcuna. Mi spiego: mi ha stupito vedere la tranquillità con cui conversavano con Nico, l’interesse, il concertare le domande o le risposte, l’eccitazione di trovarsi di fronte a qualcosa e qualcuno di nuovo, sconosciuto, se vogliamo invisibile. D’altro canto ciò non rappresentava una pregiudiziale ma piuttosto un motivo di divertimento. Be’, devo dire che ho faticato a convincerli che dall’altra parte c’era una piacevolissima signora: per loro era Nico e basta!!!

 

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