Archivio di Giugno, 2007


Inosservati s’allungano i monti (Emily Dickinson) (0 commenti, scrivi tu)

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Inosservati s’allungano i monti -
le sagome di porpora levate
senza sforzo o stanchezza -
senza aiuto né plauso -

sui loro volti eterni -
nell’oro che dilegua -
in perfetta letizia il sole indugia
cercando compagnia per la sua notte.

(Recitata da Sara Abramo)

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Sonetto18 (William Shakespeare) (0 commenti, scrivi tu)

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Dovrei paragonarti ad un giorno d’estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell’estate ha vita troppo breve:
Talvolta troppo cocente splende l’occhio del cielo
e spesso il suo volto d’oro si rabbuia
e ogni bello talvolta da beltà si stacca,
spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
né perdere possesso del bello che tu hai;
né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,
Perché al tempo contrasterai la tua eternità:
finché ci sarà un respiro od occhi per vedere
questi versi avranno luce e ti daranno vita.

(Recitatato da Stefano Dallera)

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Canto 809 (Emily Dickinson) (0 commenti, scrivi tu)

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Chi ha amato non conosce morte
Perché l’amore è immortalità,
o meglio, è sostanza divina
chi ama non conosce morte
perché l’amore fa rinascere la vita nella divinità

(Recitata da Chiara Sparpaglioni)

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La musica vera (M. Lodi) (0 commenti, scrivi tu)

Un tempo lontano
quando non c’erano ancora
le orchestre con gli strumenti
i violini erano i venti
e i cavalli che galoppavano
nella prateria
i tamburi della batteria.
E c’era in quella musica naturale
la grancassa del temporale,
il lamento della bestia ferita
e il canto del fringuello
insieme all’acqua del ruscello
che fuggiva via.
C’era pure il sassofono stonato
della vacca in mezzo al prato
e il trillo
del grillo
e il canto lontano del mare
e l’urlo di vittoria
dell’uomo
che iniziava la sua storia.

Interpretata da Gerta, Chiara, Rebecca (IB SMS di Vignanello, VT)

Da: M. Lodi, Il soldatino del Pim Pum Pà, Torino, Einaudi, 1974

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L’ Amicizia (Anonimo cinese) (0 commenti, scrivi tu)

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Non camminare davanti a me,
potrei non seguirti;
non camminare dietro di me,
non saprei dove condurti;
cammina al mio fianco
e saremo sempre amici.

(Recitata da Sara Abramo)

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Ama (Madre Teresa di Calcutta) (0 commenti, scrivi tu)

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Ama finché non ti fa male,
e se ti fa male,
proprio per questo sarà meglio.
Perché lamentarsi?
Se accetti la sofferenza
e la offri a dio, ti darà gioia.
La sofferenza
è un grande dono di dio:
chi l’accoglie,
chi ama con tutto il cuore,
chi offre se stesso
ne conosce il valore.

(Recitata da Manuel Tambornini)

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Desiderio (Garcia Lorca) (0 commenti, scrivi tu)

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Solo il tuo cuore ardente
e niente più.
Il mio paradiso un campo
senza usignolo né lire,
con un fiume discreto
e una fontanella.
Senza lo sprone del vento
sopra le fronde
né la stella che vuole
essere foglia.
Una grandissima luce
che fosse lucciola
di un’altra,
in un campo di
sguardi viziosi.
Un riposo chiaro
e lì i nostri baci,
nei sonori dell’eco,
si aprirebbero molto lontano.
Il tuo cuore ardente,
niente più.

(Recitata da Leonardo Sganga)

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Il passato (Emily Dickinson) (0 commenti, scrivi tu)

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È una curiosa creatura
Il passato
Ed a guardarlo in viso
Si può approdare all’estasi
O alla disperazione
Se qualc’uno l’incontra
Disarmato
Presto gli grido
Fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
possono ancora uccidere

(Recitata da Sara Abramo)

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Il sabato del villaggio (Giacomo Leopardi) (0 commenti, scrivi tu)

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La donzelletta vien dalla campagna
in sul calar del sole,
col suo fascio dell’erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta
dimani, al dí di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dí della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch’ebbe compagni nell’età piú bella.
Già tutta l’aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
giú da’ colli e da’ tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dí del suo riposo.

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l’altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s’affretta, e s’adopra
di fornir l’opra anzi al chiarir dell’alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l’ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d’allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo’; ma la tua festa
ch’anco tardi a venir non ti sia grave.

(Recitata da Federico Rossi)

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FILASTRADA (0 commenti, scrivi tu)

Filastrada lunga
e rada
non t’importa
che io vada
e neppure che
mi accada
di smarrirmi
per la strada
se la nebbia
non dirada.
Filastrada lunga
e rada
tu vuoi solo
che io vada.

(Recitata da Francesco della 3^A - II Circolo Cardito)

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